1.
Tipo di tecnologia
Principio fisico della coalescenza.
2. Inquinanti abbattibili
Nebbie e vapori di olio lubrificante, olio di raffreddamento, inchiostri,
asfalti, DOP. Emissioni provenienti da lavorazioni di materie plastiche,
lavorazioni tessili, ecc..
3. Limiti di emissione raggiungibili
Andrebbe analizzato caso per caso, è possibile raggiungere rendimenti
di abbattimento superiori al 90%.
4. Descrizione delle apparecchiature e/o del processo
Di seguito verrà descritto un impianto utilizzato per l’abbattimento
del DOP.
Scopo di questo impianto è quello di abbattere nonché di recuperare il
DOP presente in un dato volume di gas di processo e scaturito (nel nostro
caso specifico) da alcune linee di spalmatura e di accoppiatura nastri
di trasporto in fase di produzione. L’industria in genere dà spesso
luogo a gas di processo contenenti sostanze inquinanti di difficile captazione
e smaltimento.
Questi fumi peraltro non possono essere scaricati liberamente in atmosfera
per cui esiste sempre l’esigenza di procedere a una depurazione
degli stessi che riporti la quantità di inquinanti al di sotto dei valori
limite imposti dalla legge o accettabile per un reimpiego diretto nel
ciclo produttivo. Ciò comporta nella fattispecie notevoli investimenti
e costi di gestione che non sempre sono attuabili dalle industrie medio/piccole.
Nel caso del DOP, il monodisperso per eccellenza (*) e le cui caratteristiche
fisiche hanno dato vita ad uno degli standard ufficiali in vigore che
si occupano della determinazione del grado di efficienza di quasi tutti
i filtri assoluti oggi in produzione, il problema della separazione delle
sue particelle dall’aria è alquanto complessa, molto variabile
tra l’altro a seconda della sua concentrazione e la temperatura
dei fumi. Sono note numerose tecnologie di abbattimento e le più svariate
apparecchiature che consentono queste operazioni su principi fisico/meccanici:
assorbimento, decantazione, centrifugazione, ultrafiltrazione ecc., sono
solo alcune delle metodologie più ricorrenti. Però di solito la tecnologia
migliore in assoluto non è data mai da una soltanto di esse, bensì dall’insieme
o dal connubio di 2 di esse.
Inoltre, alla base di un ottimale rendimento di un qualunque sistema,
sta il “centrare” e mantenere le condizioni operative che
garantiscono la massima resa. E’ molto importante poi avere una
bassa resistenza del mezzo filtrante e nello stesso tempo una elevatissima
capacità di separazione. E’ proprio il caso di questo impianto
in particolare, la cui efficienza complessiva è data da 2 stadi di filtrazione
distinti, per cui il significato di esistenza di ognuno è strettamente
dipendente e correlato alla presenza ed il rendimento in continuo dell’altro.
Un primo abbattimento su base ciclonica ed inerziale ad alette avviene
ancora prima del necessario raffreddamento dei fumi per mezzo di 4 batterie
la cui temperatura dell’acqua è tenuta sotto costante controllo
da una torre evaporativa.
La definitiva separazione del DOP dal gas di processo si ottiene attraverso
l’impiego di una serie di candele a coalescenza che costituiscono
il cuore dell’impianto ed il mezzo più affidabile per ottenere
una efficienza di filtrazione pari o superiore al 99% del DOP presente
nell’aria.
Le candele a coalescenza, se correttamente impiegate e con i parametri
progettuali rigidamente rispettati, mantengono inalterate nel tempo le
proprietà meccaniche, non subiscono degradi o deperimenti anche in seguito
a shock termici (entro certi limiti) e non richiedono particolare manutenzione
o sostituzioni precoci.
Avendo il DOP particelle dal diametro dinamico identico tra loro con
diffusione omogenea, il pericolo dell’intasamento improvviso del
mezzo filtrante in pratica è scongiurato, con conseguente vantaggio delle
perdite di carico che rimangono costanti entro uno spettro sufficientemente
lineare. Il flusso depurato viene spinto al camino e in atmosfera per
mezzo di un silenzioso ventilatore posto rigorosamente a valle del sistema.
Il DOP viene recuperato praticamente per intero e raccolto in un opportuno
serbatoio da cui ritorna nel ciclo produttivo.
(*) La particolare caratteristica dei monodispersi, di cui il DOP è forse
il più rappresentato, è quella di contare una data quantità di microparticelle
sospese tutte di diametro identico tra loro (Ĝ dinamico della particella
DOP = 0,5 µ)
Apparecchiature impiegate:
- 4 cicloni di preabbattimento
- 2 separatori di gocce inerziali
- 4 batterie di raffreddamento
- 2 torri evaporative
- 2 completi sistemi di candele filtranti a coalescenza
- 2 serbatoi di raccolta DOP
- 2 ventilatori
- 1 camino di espulsione
Condizioni operative:
- Potenzialità complessiva impianto: 60000 Nm3/h
- Temperatura fumi: 110°C
- Contenuto di DOP: 350 ÷ 500 mg/m3
- Rendimento: oltre il 99%
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